Le corna sono affari di famiglia e quante più persone nel mondo ne vengono a conoscenza tanto più la famiglia ne sarà lieta! Contraddittorio, direte voi, ma non per tutti, non per i Fratelli La Bufala che hanno esportato il loro emblema, le corna appunto, in giro per l’Italia e il mondo, creando una vera e proprio multinazionale della pizza e ristorazione in generale di stampo campano. New York, Madrid, Barcellona, Londra, Istanbul, Berlino, sono solo alcune delle locations (come si dice adesso) dove le italiche corna si sono ramificate, per non parlare delle maggiori città italiane dove ormai sono così diffuse che chiunque di noi può facilmente toccarle con mano! A Roma sono presenti con quattro risto-pizzerie, scegliamo quella a Ponte Milvio, già il ponte..quello dei lucchetti no, così prima uno può andare a mettere un lucchetto e poi a mangiare dai Fratelli La Bufala.
Arrivato sul posto non posso credere ai miei occhi, ecco dove è finita l’Aquila di Spazio 1999!!! Se state abbondantemente sotto gli anta non potrete capire di che sto parlando ma chi non è proprio di primo pelo riconoscerà nella struttura che ospita la pizzeria l’astronave con la quale il capitano Koenig e il suo equipaggio salpavano dalla base lunare Alpha. Che bello rivederla a Ponte Milvio, vicino a un bel cubone zigzagante di cemento, chissà se dentro c’è pure il capitano. Andiamo a dare un’occhiata.
La sala comandi ci rivela appena entrati forno a legna e cucina a vista come vuole la tendenza del momento e uno spazio per gli ospiti che può essere aperto quando il meteo lo consente, al primo piano si trova un’altra sala con i bagni e al secondo e ultimo piano altra sala con secondo forno a legno, per un totale di circa 300 posti a sedere, sui numeri non c’è che dire di sicuro!
Il personale di bordo ci accoglie con garbo anche se forse qualche tentennamento di troppo non ci permette di optare per il primo piano, un po’ più tranquillo. Cominciamo a sfogliare il menù e subito un dubbio ci attanaglia: non ci sono i fritti a noi tanto cari? Calmi, ci pensa un solerte cameriere a far rientrare il panico che già si stava impossessando di noi. La proposta è un misto di supplì, crocchette e zeppoline che accettiamo in doppia porzione ma non basta, rilanciamo con delle polpettine di bufalo fritte, con salsa al curry, riso e yogurt di bufala. Tutto arriva ben caldo, condizione necessaria ma non sufficiente ad un fritto degno di nota: il supplì, privo all’interno di mozzarella o similare, era una palla di riso scotto al pomodoro, niente di più, le crocchette sono semplici ma un po’ anonime e le zeppoline sfiziose, nella norma. Le polpettine, sebbene siano servite con un buon yogurt di bufala e accessori vari, ci sembrano un po’ banali.

Negli antipasti comunque si trovano parecchi piatti con mozzarella di bufala, forse sarebbe valsa la pena tenerli più in considerazione, sarà per il prossimo giro.
Vesuviana (pomodorini provola olive nere e acciughe), margaritana (pom. mozz. e parmigiana di melanzane), margherita dop e reale (pomodorini mozz. provola ricotta e prosciutto crudo) sono le pizze scelte tra le tante proposte in menù. Ad un primo sguardo si deduce che la cottura non è perfettamente uniforme con alcune zone del cornicione più chiare, l’impasto è più vicino ovviamente allo stile napoletano con un cornicione importante, ben pieno ma non troppo denso, con una buona consistenza che non devia verso subdole derive gommose. La vesuviana e la margaritana hanno, a mio avviso, in quello che dovrebbe essere il punto di forza, il punto di debolezza, già perché, nella prima, le acciughe piccole e rinseccolite hanno un gusto poco incline alla piacevolezza, in più la provola raffreddandosi tende a compattare il tutto, mentre nella seconda le melanzane hanno una punta di amaro di troppo. La margherita dop è un classico ben eseguito, il pomodoro avrebbe bisogno giusto di un po’ di carattere in più. La reale è quella che ci convince di più, gli ingredienti sono adeguati nella quantità e qualità e si mangia con piacere.

I bocconi sono stati intramezzati da birra alla spina di marca commerciale, è un peccato che non ci sia ancora attenzione alle birre artigianali da parte dei fratelli perché i loro numerosi locali in giro per il mondo potrebbero essere un’ottima vetrina per i nostri mastri birrai, ormai bravissimi!
L’imminenza dell’estate ci consiglia dopo un già abbondante introito di calorie di non eccedere, così ci limitiamo. Due dolci da dividere, una ricottina di bufala che ci viene servita con delle salse fresche di spremitura dal top commerciale (ne avremmo fatto volentieri a meno), e una cheese cake che raggiunge giusto la sufficienza a traghettarmi al caffè.
Per concludere penso che i Fratelli La Bufala siano una realtà complessa governata da poche menti, ma gestita da moltissime mani che ovviamente faranno la differenza da una sede all’altra. Magari quindi ci si incontra con i fratelli da qualche altra parte!
@Dario
Abbiamo speso 27€ il 3/5/2012
Fratelli La Bufala
Viale Tor di Quinto 35