Dopo gli inevitabili eccessi culinari natalizi forse qualcuno avrebbe optato per un breve periodo di relax e defaticamento per il proprio stomaco ma non “quelli della pizza”, gente seria che non cede alle tentazioni di minestrine e passati di verdura ricostituenti. La scelta della pizzeria è toccata oggi a “quella” che ha trascorso le sue vacanze nel deserto tunisino, quindi non sappiamo se sia maturata a seguito di una lunga esposizione al sole del deserto o a punture di scorpioni velenosi o durante l’uso di sostanze molto diffuse in quelle regioni. In realtà la scelta è oculata in quanto ci mancava fino adesso la visita a quella che considero fondamentalmente una pizzeria di quartiere (siamo al Pigneto) nella sua accezione positiva, come luogo d’incontro prima ancora che pizzeria, dove si respira quasi un’aria familiare anche se è la prima volta che ci metti piede. Le tovaglie quadrettate rosse sono la quadratura del cerchio, rassicuranti e d’atmosfera (forse qualcuno dovrebbe fare una ricerca: storia e origini del quadrettato in pizzeria). Purtroppo piccoli malanni di stagione e una fresca serata hanno consigliato alla nostra giovane mascotte di non abbandonare il tepore casalingo e quindi assenza giustificata anche per la mamma
Fonte immagine sito web www.margari.it
La nostra mission non conosce ostacoli e così tra, chi arriva tardi perché si è perso (io), chi per motivi di lavoro e chi nell’attesa sorseggia birra e antibiotici, il tavolo si compone e si mette mano al menù.
In prima pagina troviamo una breve spiegazione riguardo al disciplinare della pizza doc napoletana con i relativi ingredienti e una piccola dissertazione sulle loro proprietà benefiche. Ne deduciamo una certa affiliazione alla causa, sposata con tre pizze d.o.c. (marinara, margherita, e margherita al filetto di pomodoro).
Ma andiamo per ordine: tra i fritti scegliamo il classico supplì, fiori di zucca, filetti di baccalà e zeppoline, tutti di propria produzione. Le preparazioni sono nel complesso buone, anche se qualche piccola pecca si avverte nell’impasto delle zeppoline (forse non lievitato bene), nel rapporto tra pastella e condimento, nettamente a favore della prima (sia nel fiore che nel baccalà), e in una punta di sapidità di troppo nel baccalà.
In questi casi non si finisce mai di essere grati a chi ha inventato la birra che nel mio caso è una moretti baffo d’oro alla spina, ma ci sono anche una rossa e una weiss. E qualche bottiglia di marche commerciali. C’è anche una carta dei vini che ad esser sincero non ci è stata proposta, né abbiamo pensato di chiedere.
Ristabilito il nostro tasso ottimale di olio nel fegato, siamo più tranquilli e rilassati ma non fino al punto di non avvertire una eccessiva attesa per le pizze, dovuta secondo me, non a una lentezza fisiologica del servizio, ma ad un eccesso di rilassatezza, tipico di chi è abituato a lavorare quasi sempre sui grandi numeri a velocità sostenute e va a rilento invece quando la serata è calma e decisamente poco affollata.
Finalmente, dal forno a legna, arrivano le nostre pizze: una vegetariana, una margherita classica, una principe di salina e una salsiccia e friarelli.
Lo stile è quello napoletano con un cornicione alto e soffice anche se l’impasto un po’ troppo elastico ha creato un po’ di difficoltà alle nostre mandibole, che pure sono ben allenate! I condimenti sono nella norma per qualità e quantità (solo un po’ parchi con il pomodoro). Corretta la margherita; la vegetariana secondo me avrebbe gradito sposarsi con un po’ di pomodoro; interessante la principe di salina con pomodoro, fior di latte, olive, capperi , pomodorini, basilico e menta, equilibrata al punto giusto; per finire una buona salsiccia (tagliata a fettine!?!) e friarelli.
Arrivati ai dolci purtroppo la scelta era limitata per quella sera al solo salame di cioccolato casalingo e ne abbiamo preso una porzione. scelta era limitata per quella sera al solo salame di cioccolato casalingo e ne abbiamo preso una porzione. Discreto il salame ma un po’ discutibile la panna di accompagnamento (quasi completamente smontata).
Il locale che contiene più di un centinaio di coperti, presenta anche un dehor coperto da un pergolato, utilizzato nel periodo estivo. In conclusione la proposta appare interessante, è infatti già molto nota e apprezzata dai frequentatori della zona, ma forse una maggiore attenzione a qualche particolare convincerebbe gli amanti della pizza napoletana ad inserirla nella lista dei preferiti giustificandone così anche lunghe trasferte.
@Dario
Abbiamo speso 22€ il 10 Gennaio 2012
Pizzeria Margarì
Via Vincenzo Coronelli 30
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