Questa volta un salto nel passato, quanto lungo ? Tanto, quasi 15 anni, quando studiavo a Roma e vivevo all’Eur, proprio nella zona de “La pizzeria Macinanti”. E pensare che la pizzeria è li dal 1984 ed io non c’ero mai andata, e dopo tanto tempo eccoci di nuovo per via Cesare Pavese e Elio Vittorini zona residenziale e di aziende tecnologiche. Il parcheggio non ci preoccupa, perché le strade la sera si svuotano dalle macchine dei dipendenti.
Entriamo, il locale è molto elegante e certo non ha l’aria di una pizzeria, i tavoli sono ben distanziati, le tovaglie di stoffa, l’arredo classico e l’atmosfera affatto caciarona…. strano per una pizzeria romana, molto gradevole.
Appena varchiamo la porta con la carrozzina della nostra mascotte, ci accolgono con cortesia e ci assegnano un tavolo nella zona più tranquilla del ristorante, piccola attenzione che nei genitori apprezzano. Intorno a noi ci sono molti tavoli occupati da gente in giacca e cravatta che probabilmente mangia una pizza all’uscita del lavoro prima di tornare a casa o in albergo.
Arrivano i menù, brivido…. una buona carta dei vini e alcune birre artigianali come Baladin, Cittavecchia e 32 ma il prezzo è veramente eccessivo ! Anche la birra alla spina non ci scherza, una media Sixtus della Forst 7.5 euro!
Non ci sono i fritti, ma gli antipasti sono molto interessanti con una selezione di salumi e di prosciutti iberici, mozzarella di bufala, etc. Mangiamo con piacere un antipasto di affettati misti, la bufala, fagioli con tartufo e mini rotolini di pancetta arrosto con aceto balsamico.
Insieme all’antipasto abbiamo ordinato le pizze, dopo un po’ di incertezza, perché ci sono diverse proposte interessanti, abbiamo scelto: margherita, cipolla rossa di tropea e roquefort, broccoletti lardo di colonnata e formaggio di capra ed infine, melanzane alici ricottina e formaggio di capra.
Belle le proposte ed originali gli abbinamenti ma manca un po’ di grinta per i nostri palati esigenti. Ci aspettavano un roquefort più marcato con la cipolla rossa e un più caldo ed avvolgente lardo di colonnata che abbracciava i broccoletti. L’impasto né troppo sottile come quello romano né troppo importante come quello napoletano, una via di mezzo che a nostro avviso manca un po’ di fragranza, forse doveva rimanere qualche istante in più in forno !
Passiamo ai dolci, qui interviene ad aiutarci il proprietario, che ci consiglia di prendere la “vera” panna cotta (quella piemontese senza gelatina) e il cannolo siciliano riempito al momento. Scettici, perché quelli della pizza sono sempre un po’ scettici, assaggiamo la vera panna cotta e ne rimaniamo piacevolmente sorpresi. Buona consistenza, morbida e delicata, buona la salsa di accompagnamento al cioccolato ma non necessaria. Il cannolo ben fatto, la ricotta forse un po’ troppo setacciata tanto da aver perso completamente la sua consistenza, ma il tutto con un buon equilibrio di dolce. Visto il nostro entusiasmo il proprietario ci offre un tortino caldo di mele con crema di zabaione., qui la protagonista è la crema di zabaione, realizzata molto bene con un deciso sapore di uovo.
Se volete una serata tranquilla in una pizzeria accogliente con servizio cortese e gentile, dove potete parlare senza urlare e nessuno vi metterà fretta di liberare il tavolo, questo è il posto giusto… e non dimenticate di assaggiare i dolci ma occhio al conto che è un po’ salato.
@Rita
Abbiamo speso 32€ il 31 gennaio 2012
Macinanti
Via Elio Vittorini 45/47
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