martedì 14 febbraio 2012

RossoPomodoro

Questa settimana, la nostra "missione pizzaiola" ci ha portato verso una scelta nuova, la sede di una catena di pizzerie, Rossopomodoro, una attività legata ad un colosso della risto/pizzeria, che ha impostato il suo lavoro e la sua immagine, sul proporre la tradizione gastronomica partenopea (in primis la pizza) con grande attenzione e rispetto della qualità dei prodotti (tutti di provenienza campana), cercando di mantenere una sorta di artigianalità delle materie prime (no industrializzazione) e personale possibilmente di origine campana o preparato ai contenuti aziendali. 

 
Inoltre sul menù, che presenta delle varianti stagionali, si trovano piatti preparati con prodotti dei 'Presidi Slow Food', a sottolineare la volontà di proporre qualità e riscattare il pensiero comune del mangiare globalizzato nelle catene di ristorazione.
Si è scelta la sede romana di Colli Portuensi e all'arrivo, il personale di sala ci accoglie con garbo, aprendoci la porta e accompagnandoci al tavolo. La sala è abbastanza ampia e ben illuminata, i colori dei muri sono pastello ed arricchiti su un lato da un grande quadro astratto con tanti colori, dall'altro da ripiani per la bottiglieria. Sul fondo un grande forno a legna con ampia zona lavoro (indice dell'attenzione data al tema pizza) e una cucina parzialmente a vista. Ci sono inserimenti di composizioni di legno a definire l'ambiente nella sua sensazione di calore e accoglienza. I tavoli sono ben distanziati (positivo non voler speculare sui posti disponibili) e la seduta è comoda.
Ci portano il menù, dove troviamo proposte di cucina, sfizi, pizze, dolci e vini campani.
Scegliamo, per partire, due tielle napoletane, fritti misti composti di pizzette con pomodoro e basilico, panzerotti di patate, frittatine di maccheroni e paccarotti di ricotta e cicoli, tutto buono con la sensazione grassa del fritto nella norma ed in equilibrio con la nota acidula (formaggio fresco o buccia di agrume?) di alcune componenti, più' netta nelle polpettine di melanzane che riempivano un croccante cestino di grana.

 
Le pizze scelte sono state: Verace (pomodoro, mozzarella bufala, basilico, olio Dop penisola Sorrentina), Pucarella (pomodoro, provola, basilico, melanzane fritte), Ventura (mozzarella bufala, prosciutto di Parma, grana e rucola), Carmelo (provola affumicata, salciccia e friarielli), Tufanese (mozzarella - erborinato - caciottina - formaggio fuso, tutti di bufala e pecorino bagnolese Presidio Slow Food). 


L'impasto, tipico napoletano, presenta una buona lievitazione ed una elasticità non troppo 'gommosa', una cornice che forse avrebbe avuto bisogno di un qualche secondo di cottura in più per ottenere la consistenza ideale, ma comunque buona e gli ingredienti di qualità. Buone le unioni di sapori, soprattutto per la Verace, la Pucarella e la Carmelo, apprezzabile quella con i formaggi e nella norma la Ventura

I dolci con cui abbiamo terminato sono stati, una torta caprese, ben preparata, accompagnata da un gelato di bufala da cui ci si aspettava di più ed una coppa di chantilly e babà, abbiamo bevuto birre alla spina di grande distribuzione, acqua Lurisia e tre caffè', spendendo € 26 a persona.

@Paolo

Abbiamo speso 26€ il 7 Febbraio 2012

RossoPomodoro
Via dei Colli Portuensi 567

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