venerdì 23 marzo 2012

Dai Lazzaroni

Dove si va la prossima settimana ?

Proviamo il nuovo locale di Giancarlo Casa della Gatta Mangiona in società con Massimiliano Ceccarelli dell’ex-pizzeria al taglio “La tomatina”.

Giancarlo Casa ha aperto una nuova pizzeria ?

Si, “Lazzaroni” ha aperto meno di un mese fa in zona Appio–Latino ed anche in questo caso come per la Gatta Mangiona fuori dalla movida romana.

Lazzaroni perché ?
Perché si trova di fronte all’omonima villa Lazzaroni o forse c’e’ una motivazione storica che non conosco… comunque la prossima settimana dai Lazzaroni !

Eccoci di fronte alla pizzeria, il locale è asettico, con illuminazione fredda e grande vetrate. Il forno non è a vista e ci sono disegni di Roma. L’unico dettaglio caratterizzante, che lontanamente ti fa pensare alla Gatta, è una grande lavagna in cui c’e’ scritto: Una pizza fatta con farine Napoletane per portare a Roma la verace Pizza. Una pizza dove morbidezza ed elasticità non fanno mai rima con gommosa e poca cotta. Una pizza che si distingue per l’impasto e concezione da qualsiasi alta pizza romana “scrocchiarella”. La cottura avviene in un minuto a circa 450 °C risultato finale è quella di una pizza soffice, soffiata e leggera.

L’abito non fa il monaco, e se quelli della pizza si facessero influenzare dall’abito, sicuramente, non sarebbero neanche entrati dai Lazzaroni.

Quindi si entra ! Servizio non preparatissimo ma tempestivo ed efficiente, ci viene subito portato il menù. Purtroppo la carta delle birre ancora non è pronta così ci accontentiamo dell’elenco recitato. Più o meno una decina di birre artigianali in bottiglia e 2 birre alla spina. Ma passiamo alle pizze, dopo una lunga discussione su cosa prendere ecco che siamo pronti ad ordinare ma soprattutto affamati e curiosi.


Come al solito si parte con i fritti ed iniziamo subito con la specialità della casa le frittatite di pasta, una semplice che ci lascia un po’ perplessi perché troppo piatta nei sapori e l’altra piccante all’ndujia che non ci lascia perplessi anzi ci fa innamorare. Suppli gricia e classico, nel primo Giancarlo, sappiamo che è lui direttamente l’artefice di queste meraviglie ha calcato poco la mano con il pecorino e il pepe, mentre il secondo è veramente lodevole. Il fiore di zucca un po’ troppo unto mentre il filetto di baccalà ben fatto.

Passiamo alle pizze, la tensione si alza. Arriva la margherita semplice (pomodoro, fiordilatte, basilico e parmigiano) buona, profumata. Il fiordilatte (da notare non la mozzarella disidratata) è a cubetti e non stracciata, come si fa a Napoli e grazie alla cottura veloce non rilascia liquidi.


Ortolana (pomodoro, fiordilatte, melanzane e peperoni, zucchine), la mia preferita, la melanzana con la giusta consistenza, le zucchine saltate in padella fino a metà cottura e poi ultimata direttamente sulla pizza e i peperoni cotti alla griglia. Bilanciata, profumata, perfetta.
Scozzese (patate, salmone scozzese, prezzemolo e fiordilatte), questa l’abbiamo presa un po’ per provocazione e un po’ per uscire dagli schemi… ed invece con grande sorpresa ci ha entusiasmati tanto che qualcuno l’ha eletta come preferita.

Verdure e Salsiccia (broccoletti e salsiccia) qui ci ha deluso un po’ il condimento, scontato? Senza grinta ? Oppure eravamo troppo entusiasti dalle prime ?

Infine, la carbonara (fiordilatte, guanciale, uovo, pecorino e pepe). Arriva la schiacciata una pizza chiusa, appena ne prendi un boccone è un esplosione di sapori. Il condimento è tutto concentrato nella parte centrale ma l’aroma si diffonde in tutta la pizza. Molto buona, ma forse, per i miei gusti, un sapore troppo deciso di uovo. Personalmente non sarei riuscita a mangiarne una intera.


Infine un elogio all’impasto di tutte le pizze che era veramente soffice soffiato e leggero come decanta la lavagna.

Passiamo i dolci, anche qui indecisione ma alla fine Silva decision maker ha sentenziato: gelato al pistacchio di Pizzo Calabro, giudizio da sorvolare, torta della nonna (crema e pinoli) anche questa da sorvolare ed infine una eccezionale mousse al cioccolato fondente, con buona consistenza, aroma di cioccolato fondente intenso.

Non si viene dai Lazzaroni per i dolci ma sicuramente per la pizza che non smentisce le aspettative degli affezionati fan delle pizze di Giancarlo e Massimiliano.

@Rita

Abbiamo speso 25€ il 19/3/2012

Dai Lazzaroni
Via Tommaso Fortifiocca, 70

martedì 13 marzo 2012

La Maremma

Una pizzeria che ci ha fatto discutere, chi forse ci tornerebbe, chi no, chi aspetta il conto per decidere ... chi cerca di evidenziare i lati positivi, ma la recensione è mia e quindi decido io ;-) !

La maremma si trova in una zona piena zeppa di locali, per di più di fronte ad un cinema e quindi dove non è difficile trovare la clientela. L’ambiente è semplice con tavoli di legno apparecchiati con tovagliette di carta, niente odori sgradevoli, niente rumore assordante, insomma l’ambiente pur senza una sua anima aiuta le chiacchiere tra amici.

Arriva il cameriere con tanto di lavagna in mano, ebbene si, quella che si espone fuori sul tre piedi e ci declama i piatti del giorno indicandoli sul lavagnone .... questa ancora non l’avevamo mai vista! Prendiamo come al solito qualche fritto, supplì, crocchè napoletane (crocchette di patate e provola) e fiori di zucca.


Il supplì è corretto o come si dice a Roma “senza infamia e senza lode”, buona la crocchetta di patate anche se un pò sbilanciata sulla provola che sovrasta quasi completamente la patata, mentre il fiore di zucca aveva uno forte spunto acido che ci ha insospettito.

Passiamo alle pizze, si può scegliere la versione bassa “romana” o la versione alta “napoletana” ma in questo secondo caso con un sovraprezzo di 1€. Eccole: margherita (bassa), vegetariana (bassa), contadina (alta, pomodoro, fiordilatte, broccoli e salsiccia ) e pachino la vendetta (alta, pomodoro, pachino, mozzarella di Bufala a crudo e basilico).


La margherita non si lascia ricordare, mentre la vegetariana ha uno strano insieme di “vegetali” (come li hanno definiti sul menù), broccoli, spinaci, melanzane, fette di pomodoro a crudo e rughetta. Uno strano insieme che qualitativamente non ci ha soddisfatto.
Passiamo a quelle alte, la “pachino la vendetta” è la migliore delle quattro grazie alla mozzarella di bufala a crudo stracciata, i pachino abbastanza dolci, gradevole. La contadina tiene compagnia alla margherita, anonima.

In generale l’impasto della versione alta ci soddisfa più di quella bassa, tutte hanno un eccesso di sapidità e la materia prima del condimento è sicuramente da migliorare ... a partire da un timidissimo pomodoro.

Da bere birra industriale alla spina e idem in bottiglia, per dolce pastiera napoletana e babà ... caffè ... il conto please !

Vi lasciamo con una domanda: perchè una pizzeria di nome “La Maremma” imposta il proprio menù su specialità napoletane? .... ed una foto di un dettaglio del menù.


@Marco

Abbiamo speso 23€ il 12/3/2012

La Maremma
Via Bergamo 18

mercoledì 7 marzo 2012

Meid in Nepols

In una serata che fa ben sperare si possano mettere definitivamente da parte moonboot e colbacco, ci si incontra a pochi passi dalla stazione Termini dalla parte di via Castro Pretorio a visitare una pizzeria ristorante che già dall’insegna lascia poco spazio all’immaginazione. Il nome Meid in Nepols infatti svela con largo anticipo l’arte culinaria che ci accingiamo a sperimentare naturalmente ristretta, nel nostro caso, all’ambito della pizza.

All’esterno una panchetta sul marciapiede per i fumatori o per le persone in attesa della pizza a portar via; varcata la porta d’ingresso, in evidenza immediatamente il forno a legna e la cucina separata da una vetrata che però non è sufficiente a contenere del tutto l’odore di fritto che ci farà compagnia per tutta la serata. Veniamo fatti accomodare nella sala al piano rialzato (sembra che ci sia un piacere sadico dei ristoratori nel dare alle persone con passeggino sempre tavoli nei piani alti, nonostante le prenotazioni largamente anticipate e serate tranquille). L’ambiente, con le pareti interamente rivestite dagli antichi biscotti romani a vista, ha uno stile rustico, ma elegante con molta attenzione ai particolari, molto belli anche gli alti soffitti a volte.

La soluzione scelta dal personale non è propriamente adeguata alle nostre esigenze e con la loro rassegnata benevolenza rivoluzioniamo un po’ i posti assegnati. Bene!!! Adesso sì che siamo pronti per il giro di consultazioni. Alla fine il menù concordato è il seguente:

Antipasti: fiori di zucca alla sorrentina, mozzarella in carozza e fritto misto all’italiana con verdure fritte assortite, supplì e timballo di pasta alla napoletana.

Pizze: margherita, meid in nepols light (mozzarella di bufala dop, zucchine e melanzane grigliate e basilico), “votantonio” (pomodoro, mozzarella, parmigiana di melanzane e basilico), “Totò” (cornicione ripieno di ricotta fresca, pomodoro, mozzarella, parmigiano e basilico) e salsiccia e friarelli.

Un filo rosso che lega un po’ tutti i fritti è la sensazione che abbiano assorbito un po’ troppo olio in cottura forse dovuto ad una non perfetta temperatura dell’olio che non sigilla correttamente la parte esterna. Detto ciò bisogna ammettere che i fiori di zucca (ripieni di ricotta) sono conditi in modo generoso e con una ricotta di buona qualità; la mozzarella è più che in carrozza, in autobus essendo posizionata tra due fette di pane che sminuiscono il ruolo da protagonista della mozzarella, ma è sicuramente una bella porzione; le verdure fritte sono gradevoli così come il timballo di pasta (bucatini); giusto il supplì ha diviso un po’ le opinioni su chi lo ha ritenuto corretto con una panatura croccante e chi ha avvertito una fastidiosa nota di glutammato monosodico (in breve il dado).



Grande lavoro quindi affidato alla birra per rimettere il nostro palato nelle migliori condizioni, prima dell’arrivo delle pizze anche se la scelta in questo caso è veramente molto limitata. Possiamo contare solo su alcune bottiglie di marche molto commerciali e su due birre alla spina: Nastro azzurro e una Riegele che nessuno di noi conosceva e che ci viene detto essere 9 gradi; optiamo per quest’ultime ma nessuno di noi ha notato questa gradazione.

Le pizze arrivano tutte tranne la Totò per qualche disguido, ma non ha troppa importanza, per un bel po’ abbiamo da fare. A prima vista tutte sembrano cotte quasi al limite minimo (c’è però da dire che al sottoscritto piacciono con i cornicioni ben bruciacchiati) e in modo non uniforme (c’e sempre una parte più cotta e una meno). Lo stile è ovviamente quello napoletano quindi un cornicione importante, una consistenza dell’impasto molto elastica che avrebbe richiesto dei coltelli più aggressivi. La Margherita si presenta bene ed effettivamente a parte la consistenza della mozzarella leggermente granulosa, non è affatto male. Sulla “votantonio” direi giusto che mi aspettavo qualcosa di più dalle melanzane (chissà come mai non sono fritte come si conviene ad una parmigiana). La meid in nepols light presenta ancora lo stesso punto debole della precedente: nonostante sia ben condita, le melanzane sono leggermente crude per lo spessore in cui sono tagliate. Salsiccia e friarelli a mio giudizio si sarebbe guadagnata il podio se non fosse per questa salsiccia tagliata a fettine che la fa assomigliare più a un salame cotto, notevoli invece i friarelli, ben cotti, abbondanti e pepati al punto giusto.


Nel frattempo è arrivata la Totò e probabilmente la fretta di rimediare al disguido ce la consegna veramente un po’ troppo pallida, scopriremo dopo che non è solo una questione d’immagine ma, vuoi anche per il cornicione imponente ripieno di ricotta, in alcuni punti l’impasto all’interno è crudo. A parte questo disguido occasionale, l’abbiamo trovata comunque un’ottima idea, la ricotta nel cornicione è un buon elemento di alleggerimento della struttura e di arricchimento del gusto.


Per i dolci non potevamo fare a meno di scegliere quelli meid in nepols e cioè pastiera e caprese. Tutti e due sono risultati molto gradevoli e ben eseguiti, la pastiera con ingredienti freschi e di qualità sembrava appena fatta e altrettanto interessante la caprese non troppo carica.

Senza dubbio un bel ristorante pizzeria, magari con qualche lacuna facilmente risolvibile, che offre un buon servizio, con una strada ancora in salita ….ma la cima non è poi così lontana.
Dimenticavo che purtroppo l’odore di frittura ce lo siamo portati fino a casa e non è stato di certo un gradito ricordo, speriamo che sia stato solo un problema occasionale!

@Dario

Abbiamo speso 24€ il 28/2/2012

Meid in Nepols
Via Varese 54