mercoledì 7 marzo 2012

Meid in Nepols

In una serata che fa ben sperare si possano mettere definitivamente da parte moonboot e colbacco, ci si incontra a pochi passi dalla stazione Termini dalla parte di via Castro Pretorio a visitare una pizzeria ristorante che già dall’insegna lascia poco spazio all’immaginazione. Il nome Meid in Nepols infatti svela con largo anticipo l’arte culinaria che ci accingiamo a sperimentare naturalmente ristretta, nel nostro caso, all’ambito della pizza.

All’esterno una panchetta sul marciapiede per i fumatori o per le persone in attesa della pizza a portar via; varcata la porta d’ingresso, in evidenza immediatamente il forno a legna e la cucina separata da una vetrata che però non è sufficiente a contenere del tutto l’odore di fritto che ci farà compagnia per tutta la serata. Veniamo fatti accomodare nella sala al piano rialzato (sembra che ci sia un piacere sadico dei ristoratori nel dare alle persone con passeggino sempre tavoli nei piani alti, nonostante le prenotazioni largamente anticipate e serate tranquille). L’ambiente, con le pareti interamente rivestite dagli antichi biscotti romani a vista, ha uno stile rustico, ma elegante con molta attenzione ai particolari, molto belli anche gli alti soffitti a volte.

La soluzione scelta dal personale non è propriamente adeguata alle nostre esigenze e con la loro rassegnata benevolenza rivoluzioniamo un po’ i posti assegnati. Bene!!! Adesso sì che siamo pronti per il giro di consultazioni. Alla fine il menù concordato è il seguente:

Antipasti: fiori di zucca alla sorrentina, mozzarella in carozza e fritto misto all’italiana con verdure fritte assortite, supplì e timballo di pasta alla napoletana.

Pizze: margherita, meid in nepols light (mozzarella di bufala dop, zucchine e melanzane grigliate e basilico), “votantonio” (pomodoro, mozzarella, parmigiana di melanzane e basilico), “Totò” (cornicione ripieno di ricotta fresca, pomodoro, mozzarella, parmigiano e basilico) e salsiccia e friarelli.

Un filo rosso che lega un po’ tutti i fritti è la sensazione che abbiano assorbito un po’ troppo olio in cottura forse dovuto ad una non perfetta temperatura dell’olio che non sigilla correttamente la parte esterna. Detto ciò bisogna ammettere che i fiori di zucca (ripieni di ricotta) sono conditi in modo generoso e con una ricotta di buona qualità; la mozzarella è più che in carrozza, in autobus essendo posizionata tra due fette di pane che sminuiscono il ruolo da protagonista della mozzarella, ma è sicuramente una bella porzione; le verdure fritte sono gradevoli così come il timballo di pasta (bucatini); giusto il supplì ha diviso un po’ le opinioni su chi lo ha ritenuto corretto con una panatura croccante e chi ha avvertito una fastidiosa nota di glutammato monosodico (in breve il dado).



Grande lavoro quindi affidato alla birra per rimettere il nostro palato nelle migliori condizioni, prima dell’arrivo delle pizze anche se la scelta in questo caso è veramente molto limitata. Possiamo contare solo su alcune bottiglie di marche molto commerciali e su due birre alla spina: Nastro azzurro e una Riegele che nessuno di noi conosceva e che ci viene detto essere 9 gradi; optiamo per quest’ultime ma nessuno di noi ha notato questa gradazione.

Le pizze arrivano tutte tranne la Totò per qualche disguido, ma non ha troppa importanza, per un bel po’ abbiamo da fare. A prima vista tutte sembrano cotte quasi al limite minimo (c’è però da dire che al sottoscritto piacciono con i cornicioni ben bruciacchiati) e in modo non uniforme (c’e sempre una parte più cotta e una meno). Lo stile è ovviamente quello napoletano quindi un cornicione importante, una consistenza dell’impasto molto elastica che avrebbe richiesto dei coltelli più aggressivi. La Margherita si presenta bene ed effettivamente a parte la consistenza della mozzarella leggermente granulosa, non è affatto male. Sulla “votantonio” direi giusto che mi aspettavo qualcosa di più dalle melanzane (chissà come mai non sono fritte come si conviene ad una parmigiana). La meid in nepols light presenta ancora lo stesso punto debole della precedente: nonostante sia ben condita, le melanzane sono leggermente crude per lo spessore in cui sono tagliate. Salsiccia e friarelli a mio giudizio si sarebbe guadagnata il podio se non fosse per questa salsiccia tagliata a fettine che la fa assomigliare più a un salame cotto, notevoli invece i friarelli, ben cotti, abbondanti e pepati al punto giusto.


Nel frattempo è arrivata la Totò e probabilmente la fretta di rimediare al disguido ce la consegna veramente un po’ troppo pallida, scopriremo dopo che non è solo una questione d’immagine ma, vuoi anche per il cornicione imponente ripieno di ricotta, in alcuni punti l’impasto all’interno è crudo. A parte questo disguido occasionale, l’abbiamo trovata comunque un’ottima idea, la ricotta nel cornicione è un buon elemento di alleggerimento della struttura e di arricchimento del gusto.


Per i dolci non potevamo fare a meno di scegliere quelli meid in nepols e cioè pastiera e caprese. Tutti e due sono risultati molto gradevoli e ben eseguiti, la pastiera con ingredienti freschi e di qualità sembrava appena fatta e altrettanto interessante la caprese non troppo carica.

Senza dubbio un bel ristorante pizzeria, magari con qualche lacuna facilmente risolvibile, che offre un buon servizio, con una strada ancora in salita ….ma la cima non è poi così lontana.
Dimenticavo che purtroppo l’odore di frittura ce lo siamo portati fino a casa e non è stato di certo un gradito ricordo, speriamo che sia stato solo un problema occasionale!

@Dario

Abbiamo speso 24€ il 28/2/2012

Meid in Nepols
Via Varese 54

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