sabato 17 dicembre 2011

La Fucina

Nuova missione: La Fucina pizzeria a degustazione.

Bene, stavolta per me niente strazianti ricerche di parcheggio, gioco in casa e raggiungo a piedi il locale in una tranquilla via di monte verde nuovo, dove gli echi della movida romana si percepiscono appena. Con un pizzico di fortuna anche gli automuniti si sistemano e, per le motocarrozzette poi, nessun problema. Un gergo da inizio novecento che fa pendant con il logo del locale e, perché no, anche con il clima che si avverte appena dentro.

Fonte immagine sito web www.pizzerialafucina.it

Colori pastello e arredamento “casalingo”, nessun ammiccamento alle volatili tendenze con/temporanee, apparecchiature semplici e legni chiari creano un’atmosfera calda, un po’ di slalom tra i tavoli, forse troppo ravvicinati, e raggiungiamo il nostro.
Il locale, malgrado la crisi e il giorno infrasettimanale, è pieno e questo indizio mi rincuora sempre quando si tratta di mangiar fuori, se non fosse che i pannelli fonoassorbenti che drappeggiano il soffitto, in perfetto stile inizio secolo (il drappeggio, s’intende!), non raggiungono lo scopo e la sala risulta un po’ rumorosa.

Ma ecco i menù, c’è da studiare!
Niente distrazioni, il concept del locale è che qui si mangia pizza, buona pizza. Non esistono antipasti, scordatevi i “frittini” e le fette di pane fantasiosamente abbigliate. Niente. Qui si mangia pizza.

La carta si divide in tre grandi temi: mare, terra e classiche. Gli ingredienti sono ricercati e accostati in maniera sorprendente. Forse una lieve ridondanza nella celebrazione della biologicità e artigianalità delle materie prime.
Siamo sul punto di decidere, quando la volenterosa cameriera ci elenca un copioso “fuori menù” che ci lascia a dir poco inebetiti. Broccoletti siciliani, riduzione di barolo, ciauscolo, soldo di cacio, provolone delicato, vellutata di broccolo romanesco, uova di trota iridea, è troppo. Troppo per le mie orecchie ma soprattutto per la mia memoria, le chiediamo più volte di ricominciare e, pazientemente, veniamo assecondati.
Le tentazioni sono numerose, optiamo per una “margherita”, una “salmone selvaggio dell'Alaska affumicato, ricotta di pecora e mozzarella di bufala su velo di pomodoro in salsa”, una “prosciutto di Sauris riserva 24 mesi, robiola fresca di capra "bio" e mozzarella di bufala”, una “ciauscolo, patate, burro fuso, olio e pepe” e infine una “pere, fontina d’alpeggio e riduzione di barolo”. Perdonate la lungaggine ma, le pizze si chiamano davvero così.

Altrettanto interessante la carta dei vini e delle birre artigianali, proposte varie e non banali, ci orientiamo sulla Barley (della quale assaggeremo le varie tipologie).

Le pizze sfileranno sul nostro tavolo ad una ad una secondo la sapiente esperienza del pizzaiolo che ne decide l’ordine d’apparizione, creando così una “verticale” del gusto. Nel rispetto del criterio “degustazione” arrivano già tagliate, così che tutti ne assaggeremo uno spicchio.
La margherita. Appena tiepida, un velo di salsa di pomodoro e bufala strappata a mano, la temperatura non elevata impedisce alla mozzarella di “sbrodolare” e indurirsi e accontenta anche me, che sono una scettica della bufala sulla pizza, la pasta è leggera e biscottata al punto giusto. Questa non è una “margherita”, ma una felice reinterpretazione di quella che in tanti chiamiamo la pizza con la mozzarella.


L’impasto è frutto di farine biologiche macinate a pietra e lievito madre, con una lievitazione di 24 ore. Lo stesso supporto troviamo sotto la “salmone, ricotta e mozzarella” le materie utilizzate sono in felice connubio e mantengono la loro identità e distinguibilità ad ogni morso.
Segue la “prosciutto, robiola e mozzarella”, più calda. La base, sotto questo trittico di sapori, ci sembra più soffice, gli ingredienti vengono assemblati fuori dal forno e questa ha, forse, avuto un ripassaggio alle braci per un minuto o poco più, permettendo al prosciutto di esprimersi al meglio.


Il gusto si fa ancor più caldo e deciso con la “ciauscolo e patate saltate al burro”, di grande personalità e realizzata con maestria. Non avrei saputo aggiungevi o togliervi nulla. Chiudiamo con la “pere, fontina e riduzione di barolo”, prevale la nota dolce, ottima idea per finire, nulla da dire, se non che le pere non sono il mio cibo preferito.

Ci concediamo anche un dolce, alcuni dei quali arrivano dalla pasticceria “Cristalli di Zucchero”, purtroppo il millefoglie aveva sofferto il frigorifero, proviamo anche i due dessert di produzione “fucina”, sui quali possiamo tranquillamene sorvolare.

Come ripeto, qui si mangia pizza!
Se, in senso figurato, la fucina è il luogo dove si generano nuove idee, questa fucina è attivissima.

Uncontro: il prezzo. Per quanto epicurei ci si possa sentire, il conto è alto, tanto più con un ambiente e servizio così “casalinghi”
Unpro: ottime materie prime.

@Silvia

Abbiamo speso 33€ il 13 Dicembre 2011

La Fucina
Via Giuseppe Lunati, 25
www.pizzerialafucina.it

mercoledì 7 dicembre 2011

Obikà

Scegliere la sede per la serata ‘’pizzaiola’’ sta diventando quasi una sfida, tra gli elementi di ‘’Quelli della pizza’’, lasciando margini di scelta mirata sempre più esili.

Questa settimana, il dito è stato puntato su ‘’Obikà’’, il mozzarella bar che ha sedi in varie città del mondo e che impernia il suo lavoro sulla mozzarella di bufala, proposta in vari modi sul menù.
Questa nuova sede aperta ai Parioli, la terza a Roma dopo Campo de’fiori e zona Prefetti, fa registrare un cambio di tendenza nella proposta gastronomica, la pizza.  Questo ha mosso la curiosità a valutare la capacità di una struttura di ‘’estrazione’’ campana, nel realizzare un piatto della tradizione così importante.

Fonte immagine sito web www.obika.it

La prima considerazione fatta è per l’esiguo spazio, capisco il concetto di mozzarella bar, che forse non prevede molti posti, ma la sala si presenta sviluppata in profondità con pochi tavoli, uno attaccato all’altro, sulla destra ed un banco impostato per lo svolgimento del servizio con qualche sgabello per ottimizzare i posti disponibili. Certo con la bella stagione l’esterno offre la possibilità di un buon numero di sedute in aggiunta. Gli arredi in linea con un concept di winebar, con toni scuri e vetro e legno predominanti, sono comunque gradevoli e con una buona illuminazione, ci delude un po’ il fatto di non avere a vista il forno delle pizze, che sono convinto riempia la scena e trasmetta una sensazione di tranquillità.

Ma veniamo alla ragione della serata. Appena seduti ci portano dei piccoli stuzzichini (niente di irrinunciabile), per ingannare l’attesa, i menù e la carta dei vini e delle birre.
Dalla lettura del menù, risalta subito  una serie di prodotti gastronomici conosciuti ad  affiancare la mozzarella, prosciutto di Parma e San Daniele, mortadella di Prato, alici di Cetara, speck di Sauris e ancora pesto di pomodori secchi, pasta di Gragnano, capperi, caponata, n’duja e quant’altro.
Ma siamo qui per la pizza e quindi andiamo al punto. La scelta è piccola ma intrigante, chiaramente tutta contrassegnata dalla presenza della mozzarella di bufala, ne scegliamo cinque, tutte diverse, per avere un quadro completo:  una semplice mozzarella e salsa pomodoro, una con capperi e acciughe di Cetara, una quattro formaggi, una con la n’duja, una con verdure grigliate.

Premesso che, in attesa delle pizze, abbiamo preso una degustazione di mozzarelle (Paestum, Pontina e affumicata), trovando le due classiche buone nel sapore e nella struttura e meno interessante l’affumicata, insieme ad un tagliere di salumi dove, a mio avviso, una eccessiva freschezza nelle stagionature non ce li ha fatti apprezzare in modo particolare, anche se fondamentalmente corretti.


Al riguardo delle pizze va segnalato un impasto forse troppo ‘’biscottato’’ e con una sensazione grassa, al raffreddarsi del quale, le operazioni di taglio e masticazione, diventavano impegnative. Sui condimenti qualche perplessità sulla piccantezza della n’duja (restava solo il bruciore e nessuna sensazione gustativa del salume), sulla scelta dei quattro formaggi (poco incisivo il gusto, soprattutto quello del gorgonzola), la sapidità delle acciughe di Cetara (rafforzate dai capperi e mancanti di carnosità!!), nei canoni le altre due.

Altra situazione che ci ha lasciato perplessi è la mozzarella utilizzata sulle pizze, che non lasciava il segno, visto che su alcune restava particolarmente secca, sottile e senza sapore.



Abbiamo chiuso con tre dolci ‘’fatti in casa’’ come la caprese (troppo asciutta ), il tiramisù (forse un po’ dolce, ma buono) ed una crema di ricotta con uvetta, pinoli e miele (davvero buona).

Da segnalare un servizio attento e gentile,una buona carta dei vini e di birre italiane, un buon caffè e una operazione umanitaria segnalata con trasparenza ed inserita nel conto, apprezzabile.

La considerazione finale è, visto che per servirci le pizze abbiamo aspettato un pochino (ci hanno anche offerto altri stuzzichini) e vista la segnalazione della selezione di farine, la lievitazione di almeno 48 ore, il forno a pietra refrattaria, nonché la mozzarella utilizzata insieme a prodotti di qualità, vogliamo pensare che questa nuova esperienza per Obikà necessiti di un rodaggio e di essere riprovata.

@Paolo

Abbiamo speso 30€ il 22 Novembre 2011

Obikà
Via Guido d'Arezzo, 49

martedì 6 dicembre 2011

Life

Nel gruppo quelli della pizza c’e’ una regola, la nuova pizzeria da provare viene scelta dalla persona che ha scritto l'ultima recensione ... nel mio caso il decision maker è Marco. Speravo che la sua scelta cadesse su una delle mie pizzerie preferite ed invece… una scelta fuori programma, una pizzeria di cui non avevamo mai parlato e che Marco si teneva in caldo come asso nella manica. Entusiasmo a mille per questa nuova avventura !

Parliamo di Life, pizzeria biologica la prima certificata AIAB che si trova a Roma Nord lontana dalla vita mondana di Ponte Milvio, in un centro commerciale davanti al cinema Ciak.

Fonte immagine sito web www.lifepizzeriabio.com

Ma iniziamo con ordine, arriviamo davanti la pizzeria, contenti di non dover cercare parcheggio perché sul sito viene segnalato un “parcheggio privato“, ci rendiamo conto che i circa dieci posti disponibili sono condivisi con una palestra quindi praticamente impossibile da trovare liberi! Va beh… pazienza!!! Entriamo, gli altri erano già seduti al tavolo e mi dicono subito, di spogliare il bambino. Effettivamente ci avevano messo nella terrazza chiusa, riscaldata da funghi a gas… sicuramente la sala interna sarebbe stata più appropriata perché meglio climatizzata! Il parcheggio e la disposizione del tavolo (che avevamo prenotato specificando la presenza di un passeggino) hanno fatto scendere l’entusiasmo.

Sistemati, arrivano i menù e subito mi colpisce la frase: impasto lievitato 72 ore e lievito madre, inoltre tutti i prodotti sono biologici e se non lo sono allora si ripara con il km 0. Insomma una pizzeria nel pieno rispetto della natura, alcuni esempi di fornitori “Le spinose” situata nella bassa Sabina, che applica metodologie biodinamiche a tutte le sue produzioni vegetali e animali, “Il Molino Conti” di Castel Madama per la farina, l’azienda agricola Caramadre… insomma l’80% dei prodotti che compongono il menù sono biologici certificati garantiti dall’AIAB. Nel restante 20% troviamo prodotti etici come il limoncello di Libera Terra o artigianali come le birre e, ma parliamo di una piccola percentuale, commerciali come alcune bibite gassate. Capisco che le regole del mercato sono troppo forti per esimersi totalmente da questi prodotti commerciali. Il termometro dell’entusiasmo risale !

Ma torniamo al nostro menù… siamo pronti ad ordinare e partiamo con Life Way vegetali fritti, pastella a lunga lievitazione altamente digeribile, patate cacio e pepe tagliate a rondelle, fritte condite con pecorino romano sale e pepe, queso dorato, bocconcini di Pecorino Romano fritti in leggerissima pastella ed infine bufala calda filante servita con pomodoro parmigiano e origano.
I fritti vegetali sono molto croccanti ma manca un po’ di sale e c’e’ un po’ troppo olio. Il fritto del queso dorato risente degli stessi problemi di quello vegetale ma il formaggio migliora la sapidità. La bufala è di ottima qualità ma la scelta di presentarla calda è discutibile e soprattutto ha rilasciato troppo liquido. Infine le patate cacio e pepe, ben fritte e croccanti, purtroppo lo chef è stato un po’ avaro di pecorino perché ha condito solo quelle in superficie. Il termometro di gradimento è leggermente sceso.

Ma passiamo alle pizze… abbiamo ordinato Margherita, Regina Margherita, Pulcinella, Pesto Life Way e la pizza del giorno con zucca e stracchino !



Qui la vera sorpresa l’impasto veramente buono, lievitazione perfetta giusta croccantezza, anche fredda tiene benissimo ! Parliamo dei condimenti in ordine di preferenza crescente: zucca e stracchino un po’ piatta, l’abbinamento dolce su dolce manca forse un po’ di grinta, non male sarebbe stata una fetta sottilissima di pancetta o di lardo. Pesto (preparato fresco da life) mozzarella, pistacchi pinoli sale e pepe, anche questa poco grintosa, dovuto ad un pesto molto soft forse pensato per soddisfare “troppi “palati. Sul podio mettiamo la Pulcinella con base bianca, cotta con fiordilatte, rucola, carpaccio di porcini crudi ,olio evo, limone, pepe, molto interessante abbondante nei condimenti ed equilibrata.

Medaglia d’argento la Regina Margherita (pomodoro, mozzarella di bufala, olio evo e basilico) e come prima classificata la Margherita (pomodoro, mozzarella fiordilatte, olio evo e basilico) veramente buona, direi perfetta ! Con la pizza l’indice di gradimento è salito alle stelle.

Passiamo ai dolci, abbiamo preso pera al vino rosso glassata al cioccolato fondente, cheese cake e un crumble di mele. Tutti realizzati bene con una nota di merito per il crumble. Da sottolineare le dimensioni enormi e… la presentazione poco felice della pera al vino rosso !

Ed infine il conto un po’ salato…ma che va giù bene visto la ottima qualità della pizza !

Servizio cortese, sorridente e disponibile, birre artigianali solo in bottiglia tra cui segnaliamo le italiane 32, Cittavecchia e Na’ Biretta più alcune birre straniere.

Una pizzeria che merita di essere provata per la qualità della pizza, per la filosofia con cui e nata e per il coraggio dei proprietari che l’hanno realizzata. La pizzeria è ideale anche per vegetariani e vegani (le pizze vegetariane e vegane sono segnalate nel menù) altra attenzione che merita di essere segnalata !

@Rita

Abbiamo speso 28€ il 16 Novembre 2011

Life Pizzeria
Via Cassia, 701

lunedì 5 dicembre 2011

Lievito Madre

Dopo una lunga indecisione sulla nuova pizzeria da provare abbiamo scelto Lievito Madre, incuriositi da cosa potesse dare la mano di Andrea Fusco (chef del ristorante Giuda Ballerino).

Fonte immagine sito web www.lievitomadre.net

Lo chalet di legno sul Parco degli Acquedotti è molto bello, purtroppo per noi è una fresca serata di novembre e c’è anche una notevole umidità dopo una giornata piovosa, quindi ci rifugiamo all’interno, peccato ... l’esterno d’estate deve essere molto molto piacevole. L’arredamento è abbastanza moderno con qualche tocco retrò con tessuti anni ’70 (tovaglie e qualche piccolo drappo alle pareti), la temperatura dell’ambiente è un po’ bassina, diciamo al limite della gradevolezza.

Pronti  via .... ordiniamo ed in successione arrivano i piatti. I fiori di zucca ed i filetti di baccalà vengono serviti in sacchetti di carta, sono ben caldi, la pastella abbastanza croccante, ma nei filetti un po’ più di baccalà non guasterebbe, in comune hanno il problema dell’untuosità, eccessiva ! Arriva anche il piatto con i supplì classici e gli arancini (trippa e pesto, baccalà e ceci, animelle) abbastanza buona la frittura con un’ottima crosticina ma l’interno è un po’ piatto per tutti ed alcuni ingredienti  sono veramente difficili da ritrovare sul palato. Molto positive le chips di patate cacio e pepe, croccanti e spolverate senza esagerazione con giuste quantità di pecorino e pepe.

Arriva il momento della pizze, premettiamo che l’impasto è un mix di otto farine ovviamente con pasta madre per una lievitazione di 72 ore (era martedì sera ed uscendo dal locale stavano preparando l’impasto per venerdì sera)! Margherita, ortolana, zucca e pancetta, testun e finocchiona, focaccia ripiena di baccalà e lardo ... 



... il nostro palato ha dovuto lavorare molto, l’impasto ha sicuramente qualche problema, non è chiaro se sia di lievitazione o cottura, un po’ ammassato con punti in cui sembrava poco cotto, richiede una energica masticazione, da segnalare che l’impasto rende meglio sulla focaccia. Molto varia la qualità dei  condimenti, male l’ortolana a causa delle verdure che quasi si scioglievano in bocca, discreta la testun e finocchiona ma peccato che l’insaccato era stato infornato insieme alla pizza e quindi aveva un gusto troppo forte, buono il condimento della focaccia baccalà e lardo con il solo neo della “timidezza” del baccalà (un po’ poco) e di conseguenza una nettissima predominanza del lardo, buona anche la zucca e pancetta con lo stesso problema della precedente, poco equilibrata con un eccesso di pancetta rispetto alla zucca, ottima la margherita . Nessuno ha finito la pizza, ma visto che tutti i commensali sono delle buone forchette ... ritorna il problema dell’impasto.

Anche se satolli non ci siamo tirati indietro con i dolci, tiramisù, bombette calde e millefoglie. Le bombette, non troppo soffici, sono accompagnate con una salsa all’arancia (buona) e una rude scucchiaiata di cioccolata che sembrava nutella (bah), il millefoglie è quello che ci ha lasciato più perplessi, pasta fillo e crema, sinceramente non abbiamo apprezzato l’idea della pasta fillo, mentre abbiamo trovato semplice e corretto il tiramisù.

Ampia la carta delle birre in bottiglia quasi completamente incentrata su birre belghe, alla spina ne troviamo 5-6, semplici ma di buona fattura.

Un locale constrastante, da sottolineare positivamente l’utilizzo di buona materia prima e le buone idee per evadere dalle pizze classiche, ma secondo noi è da rivedere lievitazione e/o cottura dell’impasto; sicuramente il plus è il bell’esterno ... d’estate !

@Marco

Abbiamo speso 25€ il 10 Novembre 2011

Lievito Madre
Via Lemonia, 214

domenica 4 dicembre 2011

Tonda

Per iniziare abbiamo scelto una delle più importanti novità dell’anno. Aperta da qualche mese nel quartiere Nomentano Montesacro, Tonda porta con sé infatti un dna di tutto rispetto essendo nata dai creatori di Sforno e 00100 Pizza, due realtà che hanno cambiato e innovato non poco il panorama delle pizze di qualità a Roma. Le premesse sono quindi più che buone e naturalmente andiamo carichi di aspettative. Il locale si trova in una via secondaria nelle vicinanze della Nomentana, zona ad alta densità abitativa, con ovvie difficoltà di parcheggio; l’autorimessa convenzionata proprio di fronte la pizzeria è sicuramente la soluzione più veloce. Arrivati sul posto, notiamo subito un bel dehor esterno… certo, il contesto urbano non è dei  più adatti se siete in cerca di una serata romantica. Una volta dentro,  l’arredo è semplice e, anche se le luci e i soffitti sembrano un po’ datati,  le pareti, le sedie e i bicchieri colorati lo vivacizzano creando un ambiente informale e familiare. Insomma niente fumo negli occhi ed effetti speciali, utilizzati spesso a distrarre l’attenzione dal piatto! 

Fonte immagine sito web www.tondatonda.com

Siamo stati accolti da un servizio giovanile, gentile e simpatico che non ha mai mostrato alcun segno d'insofferenza alle nostre ripetute richieste di delucidazioni. La nostra visita è avvenuta in un giorno infrasettimanale non particolarmente affollato, ma sia per i tavoli ravvicinati, che per l’ambiente unico che contiene all’incirca una sessantina di coperti, già la sala dava qualche segnale di eccessiva rumorosità, ahimè problema comune alla maggior parte delle pizzerie . 

Se il buon giorno si vede dal mattino, la buona pizza si dovrà vedere dal forno, avranno pensato, a ragione, i titolari e così per la  realizzazione del forno, che ha richiesto un lungo rodaggio prima di poter  arrivare a piena efficienza, è stato incaricato uno dei migliori artigiani del settore, ovviamente napoletano che utilizzando materiali di origine partenopea e sicuramente tanta esperienza ha creato una bellissima macchina da pizza!!

Nel menù ritroviamo, con grande soddisfazione, quanto di meglio offrono i suoi genitori putativi: dai mitici supplì di Sforno ai gustosi  trapizzini di 00100 senza tralasciare le pizze cacio e pepe e Greenwich. Se ancora non li conoscete,  i trapizzini sono dei triangoli di pizza bianca alta e croccante ma soffice all’interno , farciti per lo più con i piatti della tradizione romana (picchiapò, lingua in salsa verde, polpette al sugo, pollo alla cacciatora, coda alla vaccinara, trippa alla romana ecc.). Un perfetto connubio fra tradizione, innovazione e sperimentazione che ha però una nota dolente alla quale bisogna fare molta attenzione: possono creare dipendenza! Ma, come si dice in questi casi, smetteremo da domani! Abbiamo provato quelli alla coda e al baccalà, di altissimo livello per ingredienti, preparazione e gusto. Ampia scelta anche per i supplì ai quali, oltre a quelli fissi ormai consolidati (classico, aglio e olio, ortolano, amatriciana), si aggiungono periodicamente interessanti  novità. Noi abbiamo optato per porri e provola, radicchio e gorgonzola e infine gulasch. Qualcuno ci ha entusiasmato (porri), altri un po’ meno (radicchio...), anche se il livello è comunque di gran lunga superiore alla media grazie ad un impasto omogeneo e non appiccicoso con una crosta sottile e croccante e una buona cottura.


Le pizze, scelte tra classiche, varianti originali e fuori menù illustrati dal personale, si presentano con un cornicione alto, ricco di bolle (lievitazione di 24h), soffice e cotto al punto giusto. Decidiamo di iniziare con una cacio e pepe da dividere, soluzione vivamente consigliata se voleste provarla. Ci viene servita già tagliata a spicchi con il macinapepe al centro del piatto per chi volesse dare un ulteriore spolverata.  Da provare!  Abbiamo proseguito con Margheritissima (fior di latte e parmigiano risultata a mio gusto un po’ sapida), ortolana con verdure cotte al forno a legna (splendida), margherita classica (da manuale), greenwich (mozzarella, blu stilton e riduzione di porto, ingredienti in perfetta armonia).


Ad accompagnare il tutto troverete una buona selezione di birre artigianali italiane ed estere e tre o quattro birre alla spina assortite tra weiss, chiare ecc..

Per finire abbiamo scelto dalla lista dei dolci: tiramisù, zabaione e crostata tutti ben eseguiti , senza punte d’eccellenza, ma sufficienti ad averne un buon ricordo. Il conto è adeguato alla qualità offerta senza eccessi ingiustificati. In conclusione, Tonda è una pizzeria di cui si parlerà parecchio, anche tra i patiti delle classifiche, per la sua evidente collocazione tra i primi della classe e che penso tutti vorremmo avere sotto casa a scapito del nostro girovita; ma volete mettere una partita con gli amici e trapizzini!

@Dario

Abbiamo speso 24€ il 26 Ottobre 2011

Tonda
Via Valle Corteno, 31

sabato 3 dicembre 2011

Mò Mò

Nel quartiere gianicolense passando per Via Ramazzini è quasi impossibile non notare questo imponente Ristorante-Pizzeria sito in una grande villa d’epoca (Villa Ramazzini) con un bel parco circostante.  Il locale si sviluppa su due piani, al  piano terra la cucina in bella vista divisa dalla sala solo da vetri, al primo piano invece una serie di intrigate sale e all’esterno i tavoli sono in terrazze che sono una vera delizia. Da segnalare la mise en place diversa a seconda della dislocazione dei tavoli, da tovagliette di carta paglia in quelli centrali fino a tovaglie molto classiche nelle sale laterali più appartate.

Fonte immagine sito web www.momorepublic.com

Anche se il locale ha un taglio più da ristorante che pizzeria, ovviamente noi ci siamo soffermati su questa seconda offerta.  Abbiamo iniziato con il fritto misto, indispensabile per testare una pizzeria, il piatto era composto da fiori di zucca, olive ascolane, mozzarelline, mini suppli e mini crocchette di patate. Non siamo rimasti entusiasti, i prodotti erano appena tiepidi, se non freddi, e la qualità era abbastanza discutibile.

Passando alle pizze la scelta è caduta su: margherita, margherita IN (con mozzarella di bufala),  margherita al prosciutto (crudo), un ortolana ed una pizza MoMò Republic (crema di tonno e pomodorini a crudo). L’impasto è risultato un po’ “biscottoso” e la mozzarella granulosa, sicuramente meglio la margherita IN grazie alla mozzarella di bufala di buona qualità, priva di significato la Momò Republic.
Rush finale con i dolci, pannacotta ai frutti di bosco, zuppa inglese, sacher torte, selva nera e torta crema e fragoline di bosco.  Sorvolando la zuppa inglese troppo grassa il resto ci è sembrato corretto senza grandi acuti.

Buona la scelta dei vini ed essenziale quella delle birre alla spina, con la sola indicazione di chiara, rossa e scura senza citare altre caratteristiche.

Complessivamente molto gradevole l’ambiente, forse  un po’ troppo rumoroso, ma deludente l'impasto della pizza e l’attenzione per la materia prima utilizzata per le preparazioni.

Fonte immagine sito web www.momorepublic.com

Da segnalare che nella prenotazione avevamo specificato che saremmo arrivati con una carrozzina, ci hanno comunque assegnato un tavolo al primo piano, fortunatamente siamo stati aiutati per la "scalata" da un cameriere molto gentile.

@Marco

Abbiamo speso 25€ il 19 Ottobre 2011

MòMò
Piazza Forlanini, 10